Oggi torno finalmente a parlare di creatività e lo faccio affrontando uno dei temi piu’ spinosi: il non essere creativi.
Gli studi hanno messo in evidenza che esistono alcuni blocchi creativi che non ci permettono di esprimere appieno la nostra creatività: ovvero ostacoli che in qualche modo proteggono noi o gli altri da possibili conseguenze negative che l’espressione creativa potrebbe creare.
Dirci infatti che non siamo capaci di fare una cosa può essere un modo per proteggere noi stessi per esempio dal rischio di fallire. Come sentirci dire che la nostra idea è pazzesca, potrebbe essere un modo per l’altra persona di non impegnarsi o di giustificare le sue difficoltà reali o immaginarie.
Esistono 4 tipi di blocchi:
- I blocchi percettivi,
- quelli emotivi,
- i condizionamenti ambientali
- i blocchi culturali.
Oggi affronteremo i primi: quelli percettivi.
All’apparenza sembrano i piu’ facili, ma in realtà sono difficili da superare perchè si rifanno alle capacità individuali di sapere vedere la realtà in modo diverso e quindi di leggerne tutte le possibilità. Un esempio? Una penna è una penna. Se non risco a vederci altro, per me resterà sempre una penna, ma se riusciro’ a guardare oltre, essa potrà diventere un timbro o il corpo di burattino o un fermacapelli…
Il problema é appunto saper guardare oltre l’evidenza. Ci vuole allenamento, ma anche la consapevolezza di cio’ che ci impedisce di farlo.
Innanzitutto vi é poca abitudine ad utilizzare tutti i nostri sensi per analizzare un oggetto. In genere ci affidiamo semplicemente alla vista e cosi’ abbiamo una percezione unica e unidimensionale dell’oggetto stesso. Usando tutti i sensi, é possibile invece “conoscerlo” piu’ a fondo e scoprire cose che a “a prima vista” possono esserci sfuggite. Torniamo alla nostra penna: se la prendo in mano posso scoprire che puo’ essere smontata in vari pezzi con i quali potrei magari costruire un piccolo robot giocattolo, oppure potrei scoprire delle parti ruvide e delle sporgenze da usare come timbri; usando l’olfatto potrei scoprire che é una penna profumata ed usarne l’inchiostro come tampone per timbri; usando l’udito potrei accorgermi dei suoni diversi a seconda di come viene battuta o sfregata su una determinatasuperficie e da li’ creare un piccolo strumento musicale; il gusto in questo caso non lo useri: dai non costringetemi a leccare una penna??? 😉
Un’altra causa che ci frena é la tendenza a scegliere solo soluzioni abituali e standard senza sforzarsi di trovare “modi alternativi” di agire. Questa tendenza é molto utile nella vita di ogni giorno perché ci permette di risparmiare tempo ed energie per cose piu’ importanti: vi immaginate cosa succederebbe se ogni volta dovessimo analizzare e trovare soluzioni originali per ogni situazione in cui ci troviamo?
Nelle occasioni in cui pero’ vogliamo o siamo costretti (per esempio quando tutte le soluzioni che abbiamo provato per risolvere una questione non sono andate in porto) ad essere creativi dobbiamo sforzarci a superare questa tendenza. Come fare? Per prima cosa non limitarsi a provare la soluzione piu’ ovvia poi andando in cerca di soluzioni alternative. Prendiamo sempre la nostra penna; ne vorremo una originale? come fare? Soluzione standard: ne compro una nuova. Soluzione creativa: cerco il modo di rendere speciale la mia vecchia penna. Per prima cosa la studio bene con tutti i miei sensi (a parte il gusto, ricordate? ;-)) e mi pongo delle domande (come mi piacerebbe che fosse? che caratteristiche mi piacerebbe avesse? cos’é che non va in questa penna?…); poi vado in cerca di idee – in rete, sui giornali, in giro per negozi… – ; infine metto giu’ delle idee per migliorarla. Certo comprare una penna nuova sarebbe piu’ pratico e veloce, ma la vostra creatività non ne trarrebbe giovamento!
Un altro blocco é la tendenza ad affrontare la questione nel suo complesso senza scomporla in parti piu’ piccole, in sottoclassi piu’ semplici da affrontare. Se voglio rendere originale la mia ormai famosa penna, se vedo la questione nel suo complesso potrei esserne intimorito oppure bloccato non avendo idea del possibile risultato finale. Rendere una penna originale? Come fare? Da dove partire?
Se invece affronto “l’impresa” suddividendo il compito in parti, le idee vengono piu’ facilmente: il tappo potrei colorarlo con pennarelli indelebili, il corpo della penna potrei rivestirlo con una stoffa o una carta speciale o farlo ad uncinetto, potrei infine sostituire l’inchiosto e metterne uno colorato abbinato al tappo…
L’ultimo motivo si rifà piu’ una creatività volta alla risoluzioni di problemi: si tratta della tendenza a porre attenzione all’effetto senza cercarne la causa ovvero la difficoltà di guardare solo ai risultati (i sintomi) senza focalizzarsi invece sulle cause e sui meccanismi originari che li hanno generati. In questo modo non si ha una visione completa e percisa della questione che si vuole affrontare, con una conseguente difficoltà a trovare una soluzione valida, originale e magari piu’ efficace.
Se tutto questo vale per gli adulti, cosa succede ai bambini?
In loro i blocchi non sono ancora consolidati, per cui é importante lavorare affinché tutte queste funzioni protettive pur essendoci (hanno infatti l’importante compito di proteggerci) non si fossilizzino. Stimoliamoli sempre quindi a conoscere la realtà che li circonda utilizzando tutti i sensi, a porsi domande, ad analizzare una situazione da piu’ parti e a focalizzare l’attenzione sia sulle cause che sugli effetti di determinati eventi. Mentre faremo cio’ eserciteremo anche noi stessi a riconoscere e superare i nostri blocchi.
Quindi buon lavoro e buona creatività a tutti!
Qui trovate tutti i post in cui parlo di creatività:
11 commenti
Concordo perfettamente. I bambini sono maestri nell’usare tutti i sensi per conoscere e nello sviluppare soluzioni creative.
Purtroppo crescendo molte di queste cose in noi si bloccano, ineime alla nostra creatività.
Ciao
E’ un approfondimento molto utile e interessante. La mia creatività è nelle parole più che pratica, ma cerco di prendere esempio da mia figlia per l’uso dei sensi.
Io faccio lo stesso. Prendo esempio da PF per tante cose creative. A volte mi accorgo di quanto mi sia difficile fermarmi e rimanere li’ ad osservarlo: spesso sono troppo concentrata sull’insegnare piuttosto che sull’apprendere.
Ciao Paola,
ecco un tema che mi sta tanto a cuore e che anche io affronto nei miei post del lunedì!!!
Mi piace molto l’idea di esercitarmi a non affrontare i miei ostacoli con soluzioni standard: voglio provare davvero a darmi altre alternative.
Grazia
PS: a proposito di esercizi di creatività, oggi ne propongo uno da fare “insieme”….mi piacerebbe se anche tu trovassi tempo da dedicarci 🙂
Bellissimo il tuo esercizio di creatività 😀 Prometto che cerchero’ di ritagliarmi un po’ di tempo per farlo.
🙂
Ciao! Interessantissimo questo post! È quanto è bello vedere come invece i bambini siano aperti alla fantasia…quando usciamo spesso in borsa porto un astuccio con dentro 2, 3 coscette per farli divertire nel caso che capìti di dover aspettare a lungo qualcosa o qualcuno, e la cosa meravigliosa è che più porto cose semplici e in cui un adulto difficilmente riuscirebbe a vedere un passatempo creativo (che so semplicissimi foglietti di carta, pezzetti di feltro, elastici, bastoncini del gelato) più loro riescono a creare avventure fantastiche 🙂 !
Anche noi sempre armati di astuccio e oggettini vari. La mia borsa sembra quella di Mary Poppins 😉
Ciao, Paola.
Mi è piaciuto molto il tuo post. Quando si parla di creatività, ho sempre in mente Rodari che diceva che va insegnata facendo vedere come si fa. Non mi sarei mai posta questo problema con i bambini piccoli, ma noto che crescendo aumentano le occasioni in cui si preoccupano di essere giudicati (piacerà alla maestra? cosa ne diranno i compagni?) e sono minori gli slanci. Quando erano piccoli, gli metetvamo davanti il cestino dei tesori o il cassetto dei mestoli e li lasciavamo liberi, adesso sembrano aver dimenticato tutta quella spontaneità e hanno bisogno di “insegnamenti” alla Rodari.
Ho notato anch’io questa evoluzione. Nei prossimi post parlero’ anche dei blocchi culturali che riguardano proprio della pressione sociale che subiamo e che diminuisce la nostra creatività.
Come dicevo anche qui: i blocchi sono comunque importanti perchè hanno una funzione di difesa; il problema è appunto accorgersene di stare utilizzandoli e quando necessario “disattivarli”. Penso che sia anche in questo che dobbiamo aiutare i nostri bimbi.
Ti ho letta avidamente, come sempre! Volevo segnalarti che ho preso ispirazione da te per andare un po’ tangenzialmente..e ti ringrazio dello spunto! Ecco qui: https://passatotralemani.wordpress.com/i-giovedi-del-libro-di-cucina/