PF è figlio unico, ma questo non vuol dire che non sia geloso. La gelosia non è prerogativa di chi ha fratelli nè dei soli bambini. Anche gli adulti ne “soffrono”. Come avrete capito, oggi dalla valigia della pedagogista tiro fuori un argomento molto delicato: la gelosia nei bambini.
Iniziamo dall’inizio: cos’è la gelosia?
Tecnicamente la gelosia è uno stato emotivo caratterizzato dalla paura, reale o irreale, di perdere la persona amata nel momento in cui questa dimostra affetto verso qualcun’altro. La persona gelosa non solo ha paura di perdere l’amore della persona amata, ma anche l’sclusività della relazione. In pratica pensa: “deve amare me e solo me, per sempre”.
Si capisce quindi come essere gelosi non è solo prerogativa dei bambini nè solo di chi ha fratelli.
A volte si confonde gelosia e invidia e si usano i due termini come sinonimi. L’invidia pero’ è un’altra cosa: essa è un dolore psicologico dovuto alla constatazione di essere inferiore a qualcun’altro. Essendo quindi due cose diverse, si affrontano in maniera diversa!
La gelosia essendo uno stato emotivo si manifesta a prescindere dalla volontà di chi lo prova. A noi e ai bambini non resta che saperlo riconoscere e gestire al meglio. La gelosia, infatti, come le varie emozioni ha degli scopi e se ben gestita svolge un ruolo importante per la crescita. Per i bambini è un’occasione per…
Nei bambini la gelosia, come sappiamo bene, si manifesta in vari modi:
– verso l’altro: il bambino riversa, direttamente o a parole, sul “rivale” o l’amato la sua rabbia
– verso di sé
– con esplosioni di rabbia che paiono immotivate
Cosa fare per gestire questi “sintomi”?
Innanzitutto bisogna armarsi di molta pazienza e poi prendere atto che non
è sufficiente agire solo sui sintomi, ma che è necessario lavorare anche
sulla causa che li ha scatenati: ovvero la paura di perdere l’amore.
Cosa possiamo fare?
• Riconoscere i sentimenti del bambino e aiutarlo a dar loro un nome. Fargli capire che il suo turbamento è comprensibile. Il fatto di riconoscere le sue difficoltà non significa accettare i suoi comportamenti, bensi’ è un modo per fargli capire che non è lui ad essere disapprovato, bensi’ come si comporta. Incoraggiarlo ad aprirsi è inoltre una maniera per dargli attenzione e amore ed affrontare in modo costruttivo la rabbia.
• Concentrarsi sui comportamenti: l’accettazione dei sentimenti deve andare di pari passo con la disapprovazione dei gesti aggressivi e violenti.
• Esplicitare la situazione o gli eventuali cambiamenti che possono generare gelosia . In questo modo il bambino riesce a dare una spiegazione ai suoi sentimenti. Il passo successivo sarà quello di fargli capire come affrontarli in modo costruttivo.
• Dargli valore sottolineando le sue conquiste e le sue abilità, in questo modo avrà la sensazione di non aver perso nulla ed acquisterà sicurezza e fiducia in sè
• Dargli attenzione trovando dei momenti di esclusività, in questo modo avrà la prova di non aver perso effettivamente il proprio amore
• Parlare di gelosia raccontando situazioni, leggendo, ascoltando canzoni o vedendo film. La gelosia non deve essere un argomento tabu’, ma deve essere affrontata con serenità e naturalezza: questo aiuta il bambino ad aprirsi e parlarne
• Trovare possibili soluzioni insieme per affrontare la situazione o i comportamenti inappropriati
• Coinvolgerlo il piu’ possibile, rendendolo partecipe delle situazioni che si sa lo rendono geloso.
La gelosia non potrà essere eliminata dalla vita dei bambini perché essa è un sentimento naturale che ha, come abbiamo detto, degli scopi precisi. Armiamoci quindi di molta pazienza e aiutiamoli a superarla al meglio.
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Molto bello questo post, grazie!
interessantissimo questo post, mi ha offerto un paio di spunti di riflessione.
Grazie sei sempre utilissima!
Ciao, qui è soprattutto l'aggressività il sintomo predominante. E' difficle da gestire, mi armero' di santa pazienza e continuero' a leggere i tuoi post (anche quello della terra in plastilina è STUPENDO).
Mi unisco ai grazie!
bellissimo post, grazie per queste condivisioni, me li leggo tutti sempre con interesse e attenzione i tuoi post da mamma pedagogista :)