Tre “strumenti” della scuola svizzera che trovo utilissimi

star wars disegni

Reduce dalla mattinata di visita nella scuola di PF, ne esco con alcune riflessioni che mi piacerebbe condividere con voi.

Avevo già  raccontato in questo post come è composta la classe di PF (che è una pluriclasse con prima,seconda e terza insieme) e come vengono organizzate in linea di massima le lezioni. Oggi vorrei parlarvi invece di alcuni “strumenti” che mi piacciono parecchio e che trovo molto utili.

Prima di iniziare voglio pero’ fare due precisazioni:

  1. in questo post parlo a titolo personale, facendo riferimento alla nostra esperienza, non sapendo se ovunque in Svizzera queste metodologie siano abituali.
  2. inoltre esse sono possibili perchè esiste all’interno della scuola e della classe una particolare organizzazione ormai consolidata da decenni, praticata dai maestri e che i bambini hanno appreso già dalla scuola materna.

Perchè allora parlarvene? Perchè ritengo che esse aiutino PF nello studio e a vivere l’esperienza scolastica in maniera positiva e, percio’, potrebbero essere prese come spunto da altri.

La prima tra tutte riguarda quello che io chiamo “l’applauso a scena aperta”. Vi spiego! Durante le lezioni capita spesso che il maestro ponga delle domande alla classe per testarne l’attenzione, per capire se hanno capito la spiegazione o per richiamare qualche nozione precedentemente appresa. A questo punto i bambini che conoscono la risposta alzano la mano, ma naturalmente solo uno di loro potrà rispondere. Cosa succede agli altri che la sanno, ma non sono stati chiamati? Qui viene il bello! Se la loro risposta è giusta, si battono due/tre volte con la mano il petto, una sorta di applauso personale, come per dire “mi riconosco il merito di aver studiato ed essere stato attento”.

Vi confesso che la prima volta che l’ho visto fare, sono rimasta un po’ perplessa: immaginatevi 10/15 bambini che, nel silenzio della classe, dopo una risposta data da un compagno, si battono il petto! Chiedendo a PF il significato di questo gesto, ho ricevuto questa risposta: “Se un bambino ha  la fortuna di essere chiamato per dare la risposta, è molto contento di dimostrare quello che sa. Ma anche gli altri dovrebbero essere contenti, se conoscevano la risposta. Cosi’ ci applaudiamo da soli per dimostrarci che siamo soddisfatti di noi e del nostro impegno.” Una sorta di autogratificazione, per intenderci!

Altra particolarità riguarda l’uso dei cartellini rossi e verdi, che servono per richiamare l’attenzione del maestro durante le attività individuali. Una sorta di semaforo!  La classe di PF è composta da 20 bambini di 3 età diverse (dai 7 ai 10 anni) che naturalmente svolgono compiti diversi e hanno capacità di concentrazione diverse. Il maestro pero’ è uno solo e svolge le lezioni in contemporanea alle 3 classi: come potrebbe gestire il tutto, se non ci fosse una organizzazione particolare? Vi immaginate il caos, se mentre spiega la lezione ai bambini di prima, un bambino di seconda e due di terza gli chiedessero qualche chiarimento su altri argomenti? E allora? Durante le lezioni i bambini svolgono molte attività ed esercizi in modo autonomo, dando cosi’ al maestro la possibilità di spiegare ad un gruppo particolare le lezioni o di girare per la classe e controllare lo svolgimento delle attività individuali. Se un bambino ha bisogno del suo aiuto, è sufficiente che metta sul banco il cartellino rosso richiamando cosi’ l’attenzione del maestro. Il cartellino verde naturalmente significa che l’aiuto del maestro non è richiesto.

Quali sono i vantaggi di questo sistema?

I bambini  innanzitutto imparano ad aspettare il proprio turno e a gestire le proprie attività in maniera autonoma. Dato che devono finire il lavoro (di solito piu’ schede con diversi contenuti e diverse difficoltà) in un determinato tempo, va da sè che se devono aspettare il maestro per un particolare lavoro, possono tranquillamente iniziarne un altro. Non alzano la mano, cosi’ la posso usare per scrivere e non vanno alla cattedra, non disturbando cosi’ il lavoro dei compagni passando tra i banchi.

Si ottimizza il tempo delle spiegazioni: è il maestro che valuta se una spiegazione deve essere rimandata a tutta la classe (perchè una certa cosa non è stata capita da piu’ bambini) o se riguarda solo il singolo. La spiegazione in questo caso è individuale e il maestro la rende adeguata alle esigenze del bambino.

In classe c’è molta tranquillità e il clima è molto rilassato. Le lezioni e le attività dei compagni non vengono interrotte.

Altra particolarità è l’uso del gong. Si’ avete capito bene, proprio del gong: quel simpatico piatto di rame che, percosso con un martelletto, produce quel tipico suono. Per scandire il tempo in classe, l’inizio e la fine delle diverse attività, si usa il gong. La durata dell’attività la decide il maestro, ma di norma non dura piu’ di 40 minuti. Attenzione sto parlando di attività, non di ore di lezione: per esempio il mercoledi’ dalle 8 alle 10 PF ha lezione in classe (cioè non deve andare in un’altra aula per coro o per lavori manuali o per inglese). In quelle ore farà matematica e tedesco, ma non necessariamente in quest’ordine. Non sarà la campanella della scuola a scandire il tempo, sarà il maestro che, proposta l’attività, farà suonare il gong per indicarne l’inizio e la fine. Per esempio potrà fare 40 minuti di matematica, una pausa di 5 minuti e 15 minuti di lettura e 25 minuti di grammatica, un’altra breve paura per iniziare una nuova attività di tedesco. Perchè questo? Perchè la capacità d’attenzione ha dei limiti: dopo un certo periodo di attività l’attenzione cala ed interrompere con una breve pausa garantisce concentrazione per riprendere l’attività al meglio. Le pause sono molto brevi, ma i bambini sono invitati ad alzarsi dal banco, a chiacchierare o a giocare con i giochi in scatola a disposizione (prevalentemente giochi di logica).  Non sto parlando di caos, ma di relax: non ci sono urla o giochi movimentati, quelli sono lasciati per la pausa lunga delle 10, fuori nel parco della scuola (che si fa con qualsiasi tempo!).

Che vantaggio ha il gong? Fa in modo che l’ambiente non sia troppo caotico. Non ridete, ma è proprio cosi’! Per sentirlo bisogna che ci sia abbastanza silenzio, non è una sveglia o una campanella: se in classe c’è caos, non si sente. I bambini sanno che per sentirlo non devono fare troppo chiasso. Inoltre diventa un rituale perchè scandisce il tempo che è fatto di attività ma anche di pause, brevi e tante. I bambini all’inizio delle lezioni vengono informati dal maestro su tutte le attività che svolgeranno durante la giornata (su una delle 3 lavagne il maestro giornalmente segna, in ordine temporale, tutte le attività da fare). In ogni momento, grazie anche al gong, possono controllare a che punto sono e cosa gli manca ancora da svolgere. Una sorta di “to di list” scolastica!

Ci sono tante altre particolarità che mi piacerebbe raccontarvi, come l’uso della musica durante le attività manuali o l’organizzazione delle colazioni in classe, ma il post è già troppo lungo. Terro’ queste le riflessioni per un’altra occasione!

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Post di Paola Misesti

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Alla scoperta delle Svizzera: le cascate del Reno

cascate reno con bambini

La primavera è ormai alle porte e oggi vorrei suggerirvi una delle mete da noi piu’ gettonate quando il tempo è bello e abbiamo voglia di avventura. Oggi voglio raccontarvi delle magiche cascate del Reno.

Da noi distano davvero poco, circa 1 ora, ed è per questo che quando i nostri amici ci vengono a trovare, una gita non puo’ mai mancare.

Cosa hanno di speciale queste cascate?

Io le definisco magiche: inannzitutto solo le cascate piu’ grandi d’Europa inoltre per arrivarci bisogna attraversare un castello e scendere una lunga scalinata ricavata dalla roccia, è possibile poi attraversarle con una barchetta a motore, ammirarle dall’alto di una altissima roccia e  giocare in un parchetto giochi  o ad un meraviglioso parco avventura.

Andiamo con ordine!

Per accedere alle cascate e alle barche che attraversano il fiume e offrono una gita mozzafiato sulle cascate, bisogna attraversare un castello del XII secolo con tanto di ponte di legno. L’atmosfera diventa subito magica e da lontano si sente il rumore dell’acqua che colpisce le rocce.Immaginare principesse rapite da draghi volanti e prodi cavalieri è un attimo!

cascate del reno castelloDopo aver attraversato il castello, ci attende la discesa della scalinata ricavata nella roccia. Lungo il percorso troverete grotte con viste spettacolari, terrazze di legno a ridosso dell’acqua e rifugi sicuri con magnifiche vetrate multicolori.

cascate reno

Arrivati in fondo alla scalinate, troviamo il molo dove è possibile scegliere vari tipi di “tour”: dal semplice attraversamento del fiume, al percorso lungo a quello che vi porterà sulla roccia a ridosso delle cascate.

Noi li abbiamo provati tutti e di certo quello piu’ emozionante è quello che vi porta al centro del fiume. Ne uscirete un po’ bagnati, ma ne vale davevro la pena. PF lo adora e ogni volta vuole sempre riprovarlo.

Sull’altra riva dei fiume poi vi attenderà un altro molo dove troverete ristoranti, bar e self service  per fare uno spuntino veloce e godervi una vista meravigliosa.

A ridosso del fiume vi è anche un piccolo parco giochi di cui PF è innamorato perchè ha un enorme scivolo a 4 posti, altalene pendenti e un simpatico castello di legno.Per chi ama emozioni piu’ forti poi, sulla collina a ridosso del sentiero si trova un parco avventura pernsato sia per grandi che per piccini. Noi non abbiamo ancora avuto modo di provarlo, ma ce l’hanno consigliato vivamente.

cascate reno parco giochi

Per chi avesse tempo e voglia, un simpatico trenino elettrico vi potrerà alla scoperta della città di Schaffausen, davvero molto caratteristica e di cui vi parlero’ in un’altra occasione.

Al termine della gita, una volta riapprodati sulla riva del castello, averete anche la possiblità di risalire utilizzando un ascensore panormaico completamente di vetro. Un’esperienza che diverte parecchio PF!

Per maggiori e piu’ dettagliate informazioni, vi rimando al sito ufficiale che trovate qui.

Alcuni suggerimenti:

  • La prima volta che abbiamo visitato le cascate e saliti sulla roccia in mezzo al fiume, PF aveva 5 anni. Non abbiamo avuto nessun problema, ma è da tenere presente che la scalinata per salire sullo scoglio è stretta, ripida e un po’ scivolosa e in cima lo spazio è davvero poco.
  • Durante il percorso in barca un po’ di schizzi sono da mettere in conto, quindi vi consiglio un impermeabile soprattutto se la giornata non è delle piu’ calde.
  • I bar, i ristoranti e i self service a disposizioni hanno prezzi “svizzeri” quindi non paricolarmente economici. Tenetene conto!
  • Il parcheggio all’ingresso delle cascate è enorme e quindi, anche in alta stagione, un posto si trova sempre
  • Entrare alle cascate ha un costo. La cassa è proprio  prima dell’ingresso al castello. Il biglietto comprende solo l’ingresso al castello e la discesa alle scalinate. Per i tour con il battello, il biglietto lo dovrete fare al molo. Conservate il biglietto d’ingresso, perchè lungo tutto il percorso troverete delle sbarre automatiche.
  • Sia all’ingresso che sulla riva opposta del fiume si trovano negozietti di souvenir dove immancabilmente si finisce sempre per comprare qualcosa!

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Alla scoperta della Svizzera: il Sasso San Gottardo

le grotte del sasso san gottardo svizzera

Attraversare la Svizzera in lungo e in largo è diventata per noi un’abitudine. Che sia per andare a trovare amici, per rientrare in Italia o per puro divertimento, girovagare qua e là per il  paese è ormai un appuntamento quasi settimanale.
Di cose interessanti la Svizzera ne offre parecchie e in ogni stagione. Durante i nostri viaggi di rientro in Italia abbiamo scoperto delle mete davvero belle. Alcune delle quali pero’ visitabili solo in alcuni mesi dell’anno, perchè durante l’inverno sono chiuse a causa del maltempo. Una di queste mete è il “sasso  San Gottardo” che abbiamo visitato proprio qualche settimana fa.

Quando il passo è aperto, di solito noi lo preferiamo alla galleria. Anche se allunghiamo un po’ la strada, pero’ il tragitto offre una vista è migliore,ci permette di fare delle passeggiate (PF le chiama Abenteuer, cioè avventure) e di rifocillarci al ristoro che offre deliziose torte e una buonissima cioccolata calda.

Settimana scorsa, in una delle nostre Abenteuer abbiamo scoperto che avevano inaugurato il “sasso San Gottardo”: proprio sul passo, all’interno della montagna è stata scavata una rete di gigantesche gallerie che ora sono state aperte al pubblico e organizzate secondo aree tematiche.
Come potete immaginare non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di visitarle.
Il percorso è davvero lungo, cosi’ noi abbiamo scelto solo la visita alla prima area che comunque è durata circa 2 ore.

Le varie caverne sono state organizzate in aree tematiche: i cristalli, l’energia, il movimento, l’acqua, la sicurezza.
Già entrare nelle caverne è un’esperienza entusiasmante: la luce soffusa, le pietre tutt’intorno, i soffitti bassi, l’acqua che gocciola creano un’atmosfera magica. PF non la smetteva piu’ di dire “che belloooo!”.

sasso san gottardo aree tematiche bambini

L’intera area è pensata per grandi e piccini. All’ingresso si è forniti di audioguida con dei percosi audio diversi per bambini e adulti.

L’area che è piaciuta di piu’ a PF è stata quella dell’acqua forse perchè poteva anche fare un percorso saltando tra degli isolotti colorati, rischiando di cadere in un mini laghetto artificiale.

san gottardo esplorazione

A me è piaciuto molto lo spazio dedicato alla sicurezza che ci ha dato modo di parlare di pericoli e di modi per evitarli.  Anche l’area sull’energia è stata comunque molto interessante.

Insomma è stata un’esperienza davvero fantastica che vi consiglio vivamente di fare.

Alcune notizie utili:

  • Le audiogiude sono gratuite (fanno parte del biglietto) e multilingue. Vi consiglio di prenderle perchè sono utili e divertenti
  • All’interno del museo fa freddo ed è umido per cui vi consiglio di munirvi di giacche
  • All’ingresso, subito dopo la biglietteria, c’è un simpatico bar (dove si ritirano le audioguide) dove potere rifocillarvi e riposarvi un po’

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