I Cappuccetti Munariani sono all’interno della collana “Tanti bambini” e vogliono proprio sovvertire le convenzioni, dando nuovi spunti ai bambini e agli adulti.
Bruno Munari ne cura testo e illustrazioni per Einaudi.
Rimangono come elementi fissi: Cappuccetto che è sempre una bimba, la mamma, il cestino da portare alla nonna, la nonna e il lupo, ma tutto il resto è originale e coinvolgente.
Il colore diventa il protagonista di disegni, testo e personaggi e il Libro fa sempre capolino.
Può essere utile sapere che molti di questi libri sono disponibili anche in inglese.
Il primo pubblicato nel 1972 fu CAPPUCCETTO VERDEe per ora è quello che a me e alla mia piccolina è piaciuto di più. Forse perché è stato il primo per noi!
Rispetto agli altri è anche il più lungo, anche se noterete che in questi libri non ci sono i numeri di pagina.
La casa che si vede è quella di Cappuccetto ed è più grande, ma simile a quella della nonna.
Cappuccetto ha un carattere forte visto che vuole indossare il suo particolare cappello e che ha inusuali amici animali. È una bimba serena e sorridente anche mentre attraversa il bosco.
Il cestino è fantastico, fatto di rami verdi intrecciati e sembra fatto di vimini verde! E poi che strane leccornie ci son dentro!
Il lupo mi ricorda un mostro azteco ed è davvero spaventoso. È l’unico elemento che si distingue per i colori.
Il portone della nonna Cicalina è troppo divertente e ricco di particolari singolari!
La nonna, rappresentata in una nuova veste, è una dolce ed elegante signora che tutto vede e sa. Nient’affatto allettata, è molto vispa e con una gran libreria, dove è riservato un posto d’onore alla bibliotechina per Cappuccetto Verde.
Il nome della nonna, Adele, è per noi una piacevole coincidenza che Sofia, la mia bimba, ha notato subito, ricordando mia zia con cui adora giocare e che le vuole un gran bene!
Ricordatevi di nonna Adele Cicalina perché la ritroverete!
La mamma si vede solo all’ultimo, perché ascolta con attenzione l’avventura vissuta dalla bimba.
Se volete saperne di più non vi resta che sbirciare tra le pagine...
o vedere questo video…
Vi auguro uno splendido weekend, ricco di splendide letture.
L’intelligenza emotiva secondo Goleman è “la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui e di saperle indirizzare nella direzione più favorevole e vantaggiosa”.
Essa è considerata come una meta-capacità ovvero una capacità che ci permette di usarne altre più complesse. Un buon sviluppo della nostra intelligenza emotiva ci permette di adattarci meglio all’ambiente e di conseguenza di migliorare il nostro benessere.
Per questo è importante “lavorare” sulle emozioni con i bambini ed è possibile farlo fin da piccolissimi.
Non servono chissà quali strumenti o capacità. Semplicemente riconoscerle e parlarne, dare loro un nome e discutere su ciò che si prova in diverse situazioni è già un lavoro molto utile.
Nel tempo ho creato molti materiali ed attività per parlare di emozioni ai bambini, oggi ve ne presento due che ho un po’ rivisto per adattarli ai bimbi più piccoli: le filastrocche e le palette delle emozioni.
Le filastrocche.
Si tratta di 4 schede per le 4 emozioni principali: gioia, paura, rabbia, tristezza.
Su ognuna un emoji e una filastrocca dedicata ad una delle emozioni. Le immagini sono tutte in bianco e nero, così i bimbi possono divertirsi a colorale
Le palette.
Le palette emotive non sono altro che dei semplici cartelli in cui sono rappresentate faccine (emoji) che esprimono alcune emozioni: gioia, rabbia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto.
Crearle è molto semplice: basta stampare i file che trovate sotto, colorare le faccine, ed incollarle tra loro inserendo all’interno un piccolo stecchino.
Come usare filastrocche e palette:
Entrambe servono per allenare i bambini a dare un nome alle emozioni, riconoscendone l’espressione del viso.
Si può inizialmente leggere le filastrocche e scegliere un colore per colorare i visi che trovate su di esse. Un colore per ogni emozione!
Prendendo spunto dalle filastrocche si può discutere con i bambini in quale situazioni provano queste emozioni, se effettivamente l’espressione del viso corrisponde a quella presente sul disegno, su cosa li fa stare meglio…
Dopo questo lavoro di preparazione le palette possono essere usate per molte attività, eccone alcune:
nominando un’emozione i bambini devono sollevare la paletta giusta
a turno un bambino solleva una paletta e i compagni devono nominare l’emozione
i bambini o l’adulto solleva una paletta e i bimbi devono mimare l’espressione corrispondente.
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