Di Carlos Ruiz Zafon ho letto praticamente tutto: dal Principe della nebbia alla serie dei “Il cimitero dei libri dimenticati”.
Pur non essendo il genere di libri che mi piace (troppo cupo per i miei gusti) rimango sempre affascinata dal suo modo di scrivere e dalla sua capacità di far rimanere il lettore incollata alle pagine.
Papà Ema, conoscendo bene i miei gusti, mi ha regalato per Natale il quarto libro della serie “dei libri dimenticati”: Il labirinto degli spiriti.
Un libro di piu’ di 800 pagine che prometteva di tirare le fila della storia che vede coinvolta la famiglia Sampere. Non sono rimasta delusa dalle aspettative: tutti i nodi vengono al pettine.
Sono rimasta incollata alle pagine dalla prima all’ultima, senza sapere dove l’autore volesse portare me e i protagonisti della storia. Sono passata attraverso rocambolesche avventure, una guerra mondiale, amori impossibili, amicizie profonde e indicibili tragedie, il tutto infarcito di colpi di scena e riflessioni sulla vita di non poco conto.
Avendo letto molti anni fa i libri precedenti, avevo paura di non riuscire a raccapezzarmi, invece sono bastate poche pagine per essere nuovamente catapultata nella storia e nella vita del simpatico Fermin, della famiglia Sampere e nella cupa Barcellona degli anni ’50.
Un libro che vi consiglio, anche se non avete letto i precedenti, perchè l’autore, pur avendo creato una serie, in realtà ha realizzato quattro libri distinti che possono essere letti ognuno separatamente.
Il libro di questo Venerdi’ del libro è quindi:
Il labirinto degli spiriti – Carlos Ruiz Zafon
“Nulla che valga la pena in questa vita è facile, Daniel. Quando ero giovane pensavo che, per navigare nel mondo, bastasse imparare a far bene tre cose. Una: allacciarsi le scarpe. Due: spogliare coscienziosamente una donna. E tre: leggere per assaporare ogni giorno qualche pagina scritta con intelligenza e destrezza. Mi sembrava che un uomo ben piantato con i piedi per terra, capace di accarezzare e di imparare ad ascoltare la musica delle parole, vivesse di piu’ e soprattutto vivesse meglio…”
Vi auguro un buon weekend, aspettando con ansia i vostri preziosi suggerimenti! Eccoli:
Vi ricordo la nostra biblioteca “quelli del Venerdi’ del libro” su PINTEREST dove potrete archiviare e consultare i libri delle scorse settimane. (Qui trovate le istruzioni per farne parte). Giornalmente recuperero’ da questo archivio un libro che pubblichero’ sulla mia pagina Facebook!
Per semplificare l’accesso, ho creato una cartella qui a lato chiamata”Venerdi del libro” che rimanda direttamente alla nostra pagina. Piu’ facile di cosi’! Se qualcuno di voi, pur avendomi segnalato l’indirizzo, non fosse ancora stata invitata a Pinnare, me lo faccia sapere . A volte mi perdo in giro un po’ di pezzi. Scusate!
Chi vuole fare un tuffo nel passato invece, qui puo’ rileggere tutti gli scorsi Venerdi’ del libro.
Vuoi partecipare al Venerdi’ del libro?
Ecco come fare:
Basta postare di venerdì – sul proprio blog o lasciare un commento su HomeMadeMamma – i libri che si vogliono suggerire ai lettori per il weekend. Possono essere uno o più, su qualsiasi argomento e per qualsiasi target.
Anche il modo in cui proporli è a discrezione dei partecipanti: mettere citazioni, raccontare aneddoti, fare semplicemente una lista, inserire foto…
Invito chi partecipa a lasciarmi un commento nell’articolo del giorno, in modo da poter inserire tutti i link dei partecipanti della settimana nel mio post.
Chi partecipa puo’ scegliere o meno di inserire i partecipanti della settimana nel proprio post.
Qui volesse puo’ archiviare i propri post anche sulla pagina Pinterest dedicata a questa iniziativa. Tutte le istruzioni per accedervi sono contenute qui.
Non ci sono banner da inserire, obblighi di sorta o email a cui rispondere . Si partecipa quando e come si vuole.
Lo scopo dell’iniziativa, infatti, rispecchia lo spirito con cui nasce HomeMadeMamma: far circolare informazioni utili e voglia di fare (in questo caso di leggere) in tutta libertà.
Vuoi essere dei nostri? Benvenuto! Come vedi partecipare è semplice!
Post di Paola Misesti