Reduce dalla mattinata di visita nella scuola di PF, ne esco con alcune riflessioni che mi piacerebbe condividere con voi.
Avevo già raccontato in questo post come è composta la classe di PF (che è una pluriclasse con prima,seconda e terza insieme) e come vengono organizzate in linea di massima le lezioni. Oggi vorrei parlarvi invece di alcuni “strumenti” che mi piacciono parecchio e che trovo molto utili.
Prima di iniziare voglio pero’ fare due precisazioni:
- in questo post parlo a titolo personale, facendo riferimento alla nostra esperienza, non sapendo se ovunque in Svizzera queste metodologie siano abituali.
- inoltre esse sono possibili perchè esiste all’interno della scuola e della classe una particolare organizzazione ormai consolidata da decenni, praticata dai maestri e che i bambini hanno appreso già dalla scuola materna.
Perchè allora parlarvene? Perchè ritengo che esse aiutino PF nello studio e a vivere l’esperienza scolastica in maniera positiva e, percio’, potrebbero essere prese come spunto da altri.
La prima tra tutte riguarda quello che io chiamo “l’applauso a scena aperta”. Vi spiego! Durante le lezioni capita spesso che il maestro ponga delle domande alla classe per testarne l’attenzione, per capire se hanno capito la spiegazione o per richiamare qualche nozione precedentemente appresa. A questo punto i bambini che conoscono la risposta alzano la mano, ma naturalmente solo uno di loro potrà rispondere. Cosa succede agli altri che la sanno, ma non sono stati chiamati? Qui viene il bello! Se la loro risposta è giusta, si battono due/tre volte con la mano il petto, una sorta di applauso personale, come per dire “mi riconosco il merito di aver studiato ed essere stato attento”.
Vi confesso che la prima volta che l’ho visto fare, sono rimasta un po’ perplessa: immaginatevi 10/15 bambini che, nel silenzio della classe, dopo una risposta data da un compagno, si battono il petto! Chiedendo a PF il significato di questo gesto, ho ricevuto questa risposta: “Se un bambino ha la fortuna di essere chiamato per dare la risposta, è molto contento di dimostrare quello che sa. Ma anche gli altri dovrebbero essere contenti, se conoscevano la risposta. Cosi’ ci applaudiamo da soli per dimostrarci che siamo soddisfatti di noi e del nostro impegno.” Una sorta di autogratificazione, per intenderci!
Altra particolarità riguarda l’uso dei cartellini rossi e verdi, che servono per richiamare l’attenzione del maestro durante le attività individuali. Una sorta di semaforo! La classe di PF è composta da 20 bambini di 3 età diverse (dai 7 ai 10 anni) che naturalmente svolgono compiti diversi e hanno capacità di concentrazione diverse. Il maestro pero’ è uno solo e svolge le lezioni in contemporanea alle 3 classi: come potrebbe gestire il tutto, se non ci fosse una organizzazione particolare? Vi immaginate il caos, se mentre spiega la lezione ai bambini di prima, un bambino di seconda e due di terza gli chiedessero qualche chiarimento su altri argomenti? E allora? Durante le lezioni i bambini svolgono molte attività ed esercizi in modo autonomo, dando cosi’ al maestro la possibilità di spiegare ad un gruppo particolare le lezioni o di girare per la classe e controllare lo svolgimento delle attività individuali. Se un bambino ha bisogno del suo aiuto, è sufficiente che metta sul banco il cartellino rosso richiamando cosi’ l’attenzione del maestro. Il cartellino verde naturalmente significa che l’aiuto del maestro non è richiesto.
Quali sono i vantaggi di questo sistema?
I bambini innanzitutto imparano ad aspettare il proprio turno e a gestire le proprie attività in maniera autonoma. Dato che devono finire il lavoro (di solito piu’ schede con diversi contenuti e diverse difficoltà) in un determinato tempo, va da sè che se devono aspettare il maestro per un particolare lavoro, possono tranquillamente iniziarne un altro. Non alzano la mano, cosi’ la posso usare per scrivere e non vanno alla cattedra, non disturbando cosi’ il lavoro dei compagni passando tra i banchi.
Si ottimizza il tempo delle spiegazioni: è il maestro che valuta se una spiegazione deve essere rimandata a tutta la classe (perchè una certa cosa non è stata capita da piu’ bambini) o se riguarda solo il singolo. La spiegazione in questo caso è individuale e il maestro la rende adeguata alle esigenze del bambino.
In classe c’è molta tranquillità e il clima è molto rilassato. Le lezioni e le attività dei compagni non vengono interrotte.
Altra particolarità è l’uso del gong. Si’ avete capito bene, proprio del gong: quel simpatico piatto di rame che, percosso con un martelletto, produce quel tipico suono. Per scandire il tempo in classe, l’inizio e la fine delle diverse attività, si usa il gong. La durata dell’attività la decide il maestro, ma di norma non dura piu’ di 40 minuti. Attenzione sto parlando di attività, non di ore di lezione: per esempio il mercoledi’ dalle 8 alle 10 PF ha lezione in classe (cioè non deve andare in un’altra aula per coro o per lavori manuali o per inglese). In quelle ore farà matematica e tedesco, ma non necessariamente in quest’ordine. Non sarà la campanella della scuola a scandire il tempo, sarà il maestro che, proposta l’attività, farà suonare il gong per indicarne l’inizio e la fine. Per esempio potrà fare 40 minuti di matematica, una pausa di 5 minuti e 15 minuti di lettura e 25 minuti di grammatica, un’altra breve paura per iniziare una nuova attività di tedesco. Perchè questo? Perchè la capacità d’attenzione ha dei limiti: dopo un certo periodo di attività l’attenzione cala ed interrompere con una breve pausa garantisce concentrazione per riprendere l’attività al meglio. Le pause sono molto brevi, ma i bambini sono invitati ad alzarsi dal banco, a chiacchierare o a giocare con i giochi in scatola a disposizione (prevalentemente giochi di logica). Non sto parlando di caos, ma di relax: non ci sono urla o giochi movimentati, quelli sono lasciati per la pausa lunga delle 10, fuori nel parco della scuola (che si fa con qualsiasi tempo!).
Che vantaggio ha il gong? Fa in modo che l’ambiente non sia troppo caotico. Non ridete, ma è proprio cosi’! Per sentirlo bisogna che ci sia abbastanza silenzio, non è una sveglia o una campanella: se in classe c’è caos, non si sente. I bambini sanno che per sentirlo non devono fare troppo chiasso. Inoltre diventa un rituale perchè scandisce il tempo che è fatto di attività ma anche di pause, brevi e tante. I bambini all’inizio delle lezioni vengono informati dal maestro su tutte le attività che svolgeranno durante la giornata (su una delle 3 lavagne il maestro giornalmente segna, in ordine temporale, tutte le attività da fare). In ogni momento, grazie anche al gong, possono controllare a che punto sono e cosa gli manca ancora da svolgere. Una sorta di “to di list” scolastica!
Ci sono tante altre particolarità che mi piacerebbe raccontarvi, come l’uso della musica durante le attività manuali o l’organizzazione delle colazioni in classe, ma il post è già troppo lungo. Terro’ queste le riflessioni per un’altra occasione!
LEGGI ANCHE…
Post di Paola Misesti