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Ho miliardi di cose da dire, milioni di emozioni da esprimere ma ho deciso di non usare questo spazio per farlo e di vivere privatamente questo momento.
Ci tengo, però, a segnalare il post di Una mamma felicemente imperfetta che oltre a dare voce a quello che provo, offre un elenco dettagliato di associazioni che possono portare, in vece nostra, aiuti a quanti ne hanno bisogno.
Venni a contatto per la prima volta con la teoria dell’intelligenza emotiva parecchi anni fa, all’università.
Un professore (illuminato) ne parlò talmente entusiasticamente che riuscì prima ad incuriosirmi e poi ad affascinarmi. Dall’ora è passata molta acqua sotto i ponti. Ho trovato, per mia fortuna, colleghi (illuminati pure loro 😉 ) che non solo mi hanno ulteriormente formato in proposito, ma si sono resi disponibili a chiarire i miei dubbi e a rendermi partecipe delle loro esperienze.
Ed è così che in ogni percorso formativo che tengo, dedico un po’ di tempo a spiegare cosa sia l’intelligenza emotiva, la sua importanza nella crescita, il suo ruolo nello sviluppo del benessere personale e quali siano gli strumenti utili per favorirla e potenziarla.
Goleman definisce l’intelligenza emotiva come “la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui e di saperle indirizzare nella direzione più favorevole e vantaggiosa”. Essa è considerata come una meta-capacità ovvero una capacità che ci permette di usarne altre più complesse. Un buon sviluppo della nostra intelligenza emotiva ci permette di adattarci meglio all’ambiente e di conseguenza di migliorare il nostro benessere. L’intelligenza emotiva è composta da 5 abilità (da cui ne derivano poi molte altre ad esse strettamente collegate): la consapevolezza emotiva, il controllo emotivo, la motivazione, l’empatia e le competenze sociali. Lavorare su queste abilità, favorendone lo sviluppo, vuol dire migliorare la nostra intelligenza emotiva e di conseguenza favorire il nostro benessere personale.
Va da sè che è differente lavorare sull’intelligenza emotiva con adulti oppure con bambini. Molte abilità in cui si articola questo tipo di intelligenza non sono ancora riscontrabili in bambini molto piccoli (es. la piena capacità di autocontrollo) o sono presenti in forme diverse rispetto a quelle adulte (es. l’empatia) o sono solo agli arbori (es. le competenze sociali).
E’ consigliabile comunque iniziare da subito, quando i bambini sono ancora molto piccoli, a “lavorare con questa meta-abilità” per fare sì che il suo ( e di tutte le capacità correlate) sviluppo sia ottimale e che per il bambino diventi, poi, naturale ed automatico farne uso.
Ho avuto la fortuna di poter lavorare direttamente con i bambini della scuola primaria sui vari aspetti dell’intelligenza emotiva e ho seguito insegnanti della scuola d’infanzia nella progettazione e realizzazione di percorsi ad hoc, creando strumenti specifici ed attività particolari che sto io stessa utilizzando con Piccolo Furfante.
Tra questi strumenti troviamo anche “le palette delle emozioni” . Esse sono utili per molti motivi:
Le palette emotive non sono altro che dei semplici cartelli in cui sono rappresentate faccine (emoticon) che esprimono alcune emozoni fondamentali. Ricordo che 4 sono le emozioni ritenute principali (gioia, rabbia, paura, tristezza) a cui alcuni studiosi aggiungono (disgusto e sorpresa).
E’ possibile usare queste palette come un divertente gioco. E’ in questo modo che io le utilizzo con Piccolo Furfante: io nomino un’emozione e lui deve prendere e sventolare la paletta corrispondente. In classe, suggerivo alle maestre di fare costruire le palette direttamente ai bambini e, una volta che ognuno aveva le sue, giocare in gruppo ai riconoscimenti (l’attività che propongo a Piccolo Furfante).
Costruire le palette è davvero semplice: basta stampare il modello e ritagliare le sagome delle faccine, ve ne sono 2 (fronte e retro della paletta) per ogni emozione. Esse dovranno poi essere incollate su dei cerchi (si trovano le sagome nel modello da stampare) di cartoncino. I cerchi dovranno quindi essere incollati tra loro, avendo l’accortezza di inserire nel mezzo un bastoncino (io ho usato un lungo stecchino) che fungerà da impugnatura delle palette.
Ecco alcune letture per approfondire l’argomento:
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L’alberello di Pasqua è un “must” in casa P. E’ dalla notte dei tempi che viene realizzato.
La tradizione familiare vuole che sia fatto utilizzando dei vecchi e dolcissimi addobbi di legno (coniglietti, uova, uccellini…) appesi ad un albero bonsai, coltivato amorevolmente da Papà Ema. Di solito, però, l’alberello patisce molto e, a fine Pasqua, ce lo ritroviamo rinsecchito e sofferente. A quel punto Papà Ema giura e spergiura che mai e poi mai, l’anno successivo, ci donerà un altro albero, ma immancabilmente non mantiene la parola e noi ci ritroviamo ogni Pasqua con una nuova e folta piantina da decorare! La tradizione vuole,inoltre, che l’alberello venga addobbato il giorno precendete la domenica delle Palme. E così, anche quest’anno, Papà Ema (storcendo il naso) ci ha consegnato il suo bonsai, un piccolo e tenero ulivo, ed io ho provveduto ad addobbarlo sotto gli occhi incuriositi di Piccolo Furfante, ma lontano dalle sue manine distruttrici.
Dato che, però, volevamo far partecipare anche Piccolo Furfante alla tradizione di famiglia abbiamo deciso di realizzare un altro albero pasquale, meno delicato e più adatto a lui. Per prima cosa, durante le nostre passeggiate al parco, siamo andati alla ricerca di un rametto che poteva fare al caso nostro. Unica accortezza: il ramo doveva essere già staccato dall’albero. La potatura delle piante nel campo sportivo sotto casa è stata provvidenziale!!
Ecco cosa abbiamo utilizzato per creare il nostro albero pasquale:
Come lo abbiamo costruito:
Ho ricavato 3 cerchi di polistirolo di varia grandezza (uno più grande dell’altro), che potessero entrare nel vaso di fiori e rimanervi incastrati tra il fondo e l’apertura. Ho fatto un foro nel centro dei 3 cerchi e ho inserito il rametto. In questo modo, il ramo rimane diritto e bloccato e non si piega sotto il peso delle bocce. Ho, infine, messo sopra l’ultimo ovale di polistirolo, quello che chiudeva il vaso, del terriccio per abbellire la creazione e per farla sembrare più naturale. L’alberello ora è pronto per essere addobbato.
Avevo già in casa delle uova decorative di plastica, ma volevo coinvolgere Piccolo Furfante nella creazione delle bocce e così ho deciso di realizzarne alcune in feltro.
Ecco come io e Piccolo Furfante abbiamo costruito le nostre decorazioni:
Ho disegnato sul feltro degli ovali di varie dimensioni. Mi sono aiutata con delle formine che ho ricavato da un cartoncino. Crearle è stato facile: il trucco è disegnare solo metà dell’ovale, piegare il foglio in due e disegnare l’altra metà ricalcando i bordi della prima. In questo modo si ottengono facilmente degli ovali perfetti. Per la grandezza delle uova ho tenuto conto delle dimensioni delle immagini che volevo appiccicare sopra.
Una volta tagliato il feltro, ho ottenuto tante uova variopinte. Ho ritagliato, allora, le immagini pasquali (questo è il lavoro più noioso!) e con l’aiuto di Piccolo Furfante le ho incollate sul feltro. Ho, infine, fatto dei piccoli fori dove ho fatto passare della rafia colorata (ma è possibile usare anche del comunissimo filo di lana o dei nastrini colorati) in modo da potere appendere le decorazioni con facilità. Piccolo Furfante ha potuto così addobbare il suo alberello, a cui poi io ho aggiunto i sacchetti ricamati del calendario pasquale.
Per chi non avesse in casa immagini di Pasqua, ecco quelle che ho usato io: disegni per bocce.
FamilyFun.go.com mette a disposizione delle sagome, utili per costruire le forme in feltro, dei tenerissimi stickers pasquali e dei disegni di Pasqua più classici da usare come immagini da incollare sulle bocce. Sempre come ornamento alle sagome di feltro è possibile utilizzare anche questi dolcissimi animaletti che troviamo su ActivityVillage.co.uk
Infine, per avere maggiori spunti ed idee, ecco cosa ho trovato in rete sugli alberelli di Pasqua:
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