Venerdi’ del libro: Educazione siberiana

Il libro che vi presento oggi non ho ancora finito di leggerlo. E’ per me, stranamente, una lettura lenta. Io sono una lettrice “famelica”: leggo molto velocemente e se una storia mi prende di solito la divoro in pochissimo tempo a discapito anche del sonno! Le mie nottate insonni sono proverbiali in casa P.

Quando un libro va via lento ci sono di solito solo due ragioni: o non mi piace, ma incuriosita continuo a leggerlo per vedere dove vuole andare a parare, o al contrario mi piace, ma ho bisogno di digerirlo lentamente… solo alcune pagine al giorno! “Educazionee siberiana” rientra in questa seconda categoria.

Era da un po’ che Papà Ema voleva acquistarlo, ma solo dopo aver letto alcune delle vostre recensioni (Ma la notte no e Mamma Avvocato) mi sono decisa a prenderlo in mano. Ammetto: soldi spesi bene!

E’ un libro forte, anche troppo per i miei gusti, ma  leggerlo ne vale davvero la pena. Lo sto assaporando pezzettino per pezzettino perchè di piu’ non riesco a fare e mi accorgo che questo è anche il bello dei libri: ti cambiano e riescono anche a cambiare il tuo modo di leggere.

Mi sono già segnata in lista il seguito “Caduta libera” che Mamma Avvocato ha consigliato. Intanto pero’ devo finire questo.

Il libro di oggi quindi è:

Educazione siberiana – Lilin Nicolai

educazione siberiana Lilin

Ora aspetto i vostri suggerimenti. Eccoli:

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Il labirinto delle lettere

labiritni di lettere

L’altro giorno stavo archiviando le attività di italiano dell’anno scorso di PF e mi sono imbattuta nei suoi labirinti di lettere.

Per esercitarlo a riconoscere le lettere maiuscole e le minuscole (qui si usa solo lo stampatello) gli era stato molto utile non solo il nostro decifra-codici, ma anche i labirinti di lettere che avevo creato di volta in volta per lui.

L’attività è molto semplice: all’interno di un quadrato pieno di lettere maiuscole e minuscole vi è un percorso da seguire, caratterizzato dalla presenza di una sola lettera che puo’ essere scritta o in maiuscolo o in minuscolo. Lo scopo del gioco è uscire dal labiritno di lettere seguendo solo questo percorso. Il bambino viene informato della lettera che contrassegna il percorso e dov’è l’ingresso del labiritno, ma l’uscita deve trovarla lui!

Ve ne sono di diversi gradi di difficoltà: per esempio ho creato labirinti molto complicati di grandi dimensioni, mettendo vicino al percorso corretto delle lettere che potevano essere confuse graficamente con la lettera del percorso principlae come d/b, p/q , a/e

Naturalmente per PF ne ho creati per tutte le lettere dell’alfabeto, oggi pero’ qui vi propongo solo quelli relativi alle vocali. Le altre schede seguiranno prossimamente!

Qui trovate il file con i vari labirinti da scaricare.

Per praticità ho indicato in basso a sinistra la lettera relativa al percorso da seguire, sta a voi scegliere se fare vedere il segno grafico al bambino oppure no. Con PF inizialmente glielo mostravo o glielo facevo scrivere prima di iniziare l’attività, ma una volta memorizzate tutte le lettere non ve ne è stato piu’ bisogno!

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Bilinguisimo…. on the road

bilinguismo tardivo

Oggi volevo raccontarvi la nostra esperienza di bilinguismo o meglio la storia del bilinguismo di PF, perchè penso possa essere utile a chi come noi si è o ha deciso di trasfersi all’estero con bambini già grandicelli (PF aveva 5 anni).

La mia intenzione oggi è quella di mostrare il nostro percorso linguistico, dai primi approcci di PF con una nuova lingua fino ad ora Perchè ve ne voglio parlare? Perchè l’apprendimento della lingua era la mia preoccupazione maggiore (riuscirà ad integrarsi? riuscirà a imparare la lingua abbastanza bene? Quanto tempo ci vorra?) quando ci siamo trasferiti e vorrei rassicurare chi, come me, si trova ora in questa situazione.
Si sa che ogni esperienza è a sè ed ogni situazione è particolare, la nostra 2 anni fa era esattamente questa: PF parlava solo italiano e conosceva pochissime parole in inglese (imparate alla scuola materna); io parlavo un inglese semi-comprensibile ed un francese stentato; papà Ema sfoggiava un ottimo inglese e un buono spagnolo. Ci siamo imbarcati in questa avventura che nessuno di noi parlava, capiva o leggeva in tedesco.

Dopo lunghe riflessioni e molti colloqui, abbiamo deciso di iscrivere PF alla scuola svizzera con insegnamento in tedesco e svizzerotedesco. Le motivazioni di questa scelta sono tante; tra le tante il fatto che ritenevamo importante per lui che facesse subito una full immersion nella lingua, consapevoli che per imparare una nuova lingua bisogna essere motivati ad usarla. E cosa c’è di piu’ motivante che parlare con altri bambini per poter giocare?

Le maestre svizzere che abbiamo incontrato (che comunque conoscevano sia l’italiano che l’inglese che il francese e questo ha aiutato molto noi adulti) sono state piu’ che stupende, sono state eccezionali. PF non ha mai avuto paura di andare a scuola anche se non capiva nulla e nel suo cammino ha trovato amici che, malgrado le difficoltà linguistiche, lo hanno aiutato. E’ stato tutto rosa e fiori? Naturalmente no!

Ci sono vari modi in cui un bambino già grandicello puo’ affrontare una nuova lingua: si butta subito a ripetere i suoni anche se non li capisce o tace in attesa di immagazzinarne abbastanza per dire qualcosa. PF ha scelto questa seconda strada, cosi’ ci siamo ritrovati dopo 5 mesi con un bimbo che partecipava in classe come poteva, ma non parlava un granchè. Mentre io mi preoccupavo, le maestre mi tranquillizzavano e piu’ mi tranquillizzavano, piu’ io mi preoccupavo!

Dopo 7 mesi PF capiva (a detta di tutti), ma parlava sempre poco. Arrivata pero’ la primavera  le cose hanno incominciato a cambiare: PF interagiva! Al corso di tennis, alla settimana di circo, alla recita della scuola PF parlava, a modo suo, ma parlava. Coniugava i verbi un po’ a casaccio (usava la stessa regola per tutti i verbi che incontrava) e faceva costruzioni un po’ azzardate, ma comunicava.

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