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Le persone cosi’ pazze da pensare di cambiare il mondo… sono quelle che lo cambiano davvero”
Think Different, spot pubblicitario Apple (1997)
Oggi vi parlo di un libro che mi ha regalato Papà Ema. Era da un po’ che parlavamo di leggerlo, ma non essendo personalmente una “sfegatata” di Steve Jobs ho tergiversato per un po’. Curiosa si’, ma smaniosa di leggerelo proprio no!
Poi mi sono bloccata con la schiena e passare ore ore ore sdraiata senza poter far niente mi stava facendo uscire matta (piu’ del solito intendo! ). Cosi’ Papà Ema mi ha detto: Ti regalo un bel “malloppone” da leggere … per tenerti occupata. E cosi’ è comparso il libro in casa nostra: 690 pagine erano piu’ che sufficienti per pasasre il tempo e non stressare marito e figlio 😉
Con mia sorpresa è un libro che scorre veloce, che mostra la persona Jobs a tutto tondo, con i suoi problemi e le sue scelte (non sempre felici) e mostra una generazione, un tempo e un luogo cosi’ vicini e cosi’ lontani da me. E’ stato sconcertante per me (ri)scoprire posti dove ho vissuto e conosco bene (San Francisco, Palo Alto, Mountain View, Cupertino…) sotto una luce nuova. Ho passeggiato in quei viali, ho giocato con PF in quei parchi , ho fatto quelle passeggiate, ho mangiato in quei fast food e conosco molti degli uffici menzionati perchè ho seguito per lavoro Papà Ema proprio là…
E’ stato per me davvero strano ritrovarli nel libro e scoprire che in quei luoghi, per me cosi’ familiari, si è fatto un pezzo di storia. 😯
Il libro ve lo consiglio non tanto perchè vi rivela chissà che cosa del personaggio Steve Jobs, ma perchè è un libro piacevole da leggere che vi svela un pezzo di storia e un modo di essere creativi che puo’ anche non piacere.
Il libro in questione è…
Se vuoi vivere la tua vita in maniera creativa, come un artista, non bisogna guardare troppo indietro: devi essere disposto a prendere tutto quello che hai fatto e tutto quello che eri e lasciartelo alle spalle.
Aspetto come sempre i vostri preziosi suggerimenti! Eccoli…
Scoprire è la capacità di lasciarsi disorientare dalle cose semplici.
Noam Chomksy
Papà Ema ha colpito ancora!! L’altra sera era li’ che leggeva seduto sul divano, tutto assorto, concentrato, un libro. Cosi’ mi è venuto naturale chiedergli “Allora com’è?” “Mmmmmm! Da leggere…” “Si’, ma com’è?” “Da leggere!” “Sai che non mi ispira per niente, dimmi com’è, cosi’ decido se leggerlo o no!” “Mmmm!Da leggere…”
Mannaggia! Se magari mi avesse detto qaulcosa di piu’. 😈 Cosi’ ieri sera gliel’ho rubato e ora sono qui con questo libro in mano con la voglia pazza di leggerlo e senza il tempo per farlo.
I “Mmmm!” di Papà Ema valgono piu’ di mille parole e cosi’ ora ve lo propongo a scatola chiusa… poi ne riparliamo con calma!
Il libro in questione è…
Il silenzio dell’onda – Gianrico Carofiglio
E il perdono – anche quello piu’ difficile, che chiediamo a noi stessi. E il cerchio della vita, e le storie dei padri e dei figli, e della loro disperata ricerca gli uni degli altri.
Ora attendo come sempre i vostri preziosi suggerimenti!
Dopo aver conosciuto Kandinsky, l’altra sera Piccolo Furfante ha inconrato Klee.
Come l’altra volta, avevo preparato 3 opere del pittore e ho fatto scegliere a Piccolo Furfante quale fare.
PF era molto affascinanto dal “castello”, ma pensando fosse troppo difficile per lui ha preferito riprodurre il volto. Dopo un po’ pero’ si é stufato e me l’ha lasciato finire di colorare, arraffando impunemente il mio “castello” :-0
A Papà Ema é toccata l’opera piu’ facile e riprodurla, pari pari, gli ha dato un sacco di soddisfazione 😀
Come per Kandinsky, Piccolo Furfante non ha avuto problemi a cimentarsi con Klee e non ha mancato di sciorinare commenti per tutta la sera. Eccone qui alcuni:
Al Kandinsky piacevano i triangoli, ma questo qui é fissato con i quadrati
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