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Non siate creativi: legateli e legatevi!

Leggendo questo post di MammaFelice avevo pensato di publicizzare l’iniziativa scrivendo un post creativo e un po’ sopra le righe per parlare di bambini e di sicurezza in auto.

L’ho perfino iniziato a scrivere, il post… ma poi tornando da scuola con Piccolo Furfante ho visto una mamma (una delle tante, ahimè!) con il bambino senza cinture sul sedile posteriore, intento a sporgersi dal finestrino. Allora mi sono arrabbiata. Mi sono arrabbiata come una iena! Ho cancellato quello che avevo scritto e mi sono messa qui a scrivervi con il cuore in mano.

Non voglio parlare in generale di perchè legare i bambini, dei pericoli che ci sono a lasciarli legati… e via dicendo! Penso che lo sappiano anche i sassi che se non si legano i bambini (ma anche tutti gli altri!) il rischio che rimangano uccisi o seriamente feriti è altissimo.

Non voglio parlarvi di questo, perchè oggi io voglio parlarvi di me!

Io sono stata uno di quei bambini che entrano nelle statistiche.Uno di quei bambini che sono stati fortunati perchè se la sono cavata con poco. Io me la sono cavata SOLO con una cicatrice di 10 cm (dall’orecchio al mento sinistro), un trauma cranico e un po’ di taglietti sparsi qua e là per tutto il corpo.

Penserete chissà a quale velocità andasse mia mamma (era lei che guidava) o che imprudenza abbia commesso perchè io finissi dritta in sala operatoria a farmi ricucire. Bè, direi che ha fatto ben poco perchè eravamo in centro città, in prossimità di uno stop ed in cerca di un parcheggio… Stavamo andando a passo d’uomo. L’unico errore è stato della macchina che a causa della pioggia, non si sa come, ha slittato e è andata dritta, invece di fermarsi allo stop. E’ stato un attimo e una macchina che viaggiava a forte velocità (lei si!) ci sperona. Prende in pieno la mia portiera. Io dell’impatto non ricordo nulla, ma mi è stato detto che vengo sbalzata contro il sedile anteriore – io ero seduta sul sedile posteriore senza cintura e senza seggiolino perchè allora non c’erano nè l’una nè l’altro – il vetro della portiera va in frantumi, un pezzo di lamiera mi prende il viso e mi taglia dall’orecchio al mento. Vetri ovunque, sangue ovunque.

Io non sento nulla, non ho ricordi di quegli attimi. Anche a ripensarci adesso, anche a raccontarveli non provo nulla: non sento paura o angoscia. L’impatto non me lo ricordo proprio. Ho rimosso tutto! Strana la mente umana.

Ma se immagino mia mamma, mi si accappona la pelle: lei illesa sul sedile davanti, che non si puo’ muovere perchè chiusa tra le lamiere. Lei ricorda tutto di quei momenti ed è lei che me li ha raccontati: si accorge che la macchina slitta, che non le risponde piu’, vede la macchina che arriva, il colpo, grida, poi il silenzio e la pioggia. Lei non mi sente piu’, mi chiama ma non le rispondo, cerca di girarsi e vede sangue tanto tanto sangue… il mio! Se penso a questo, mi viene la pelle d’oca! Se penso alla sua paura, alla sua impotenza.. allora si’ che mi si stringe il cuore!

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Venerdi’ del libro… creativo

Vivendo in modo creativo ci si rende conto del fatto che ogni cosa che facciamo aumenta il senso di essere vivi, di essere noi stessi, insostituibili e unici

Donald W.Winnicott

Oggi vorrei parlarvi dei miei libri preferiti sul tema della creatività 😀 Nel corso degli anni ne ho letti davvero tanti: alcuni  tecnici, altri divulgativi, alcuni divertenti, altri spiazzanti, alcuni noiosissimi, altri che ho divorato…

Alcuni parlavano di creatività in senso stretto, altri di creatività e educazione, altri di scuola e menti creative,a lcuni di geni ed altri di bimbi…

Elencare tutti quelli che hanno influito sul mio modo di pensare alla creatività sarebbe davvero un lavoro molto lungo. Ho deciso, quindi, di stilare una sorta Top Ten 😀

Ecco qui primi due libri di questa lista, scelti a caso tra i 10, perchè non sono riuscita a decidermi su quale venissimo per primo e quale per ultimo :-S

La creatività nella scuola e nella società di Arthur J. Cropley

Un libro un po’ datato  ma davvero ricchissimo di spunti di riflessioni e di stimoli… non solo per insegnanti o per chi lavora nella scuola. L’ho letto tantissimi anni fa, non ricordo piu’ per quale esame universitario: è stata una vera folgorazione 😀

Growing up creative: nurturing a lifetime of creativity di Teresa Amabile

Un libro piacevole, interessante e che si legge velocemente. Io l’ho letto in inglese, ma so che esiste anche la versione italiana (che pero’ non ho trovato in rete). Un libro che offre anche strumenti pratici per genitori ed insegnanti.

 

Ora aspetto, con ansia, i vostri suggerimenti:

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Buste di plastica per personalizzare le magliette e non solo…

Qualche giorno fa, avevo trovato questo post di Filth Wizardry che mostrava come personalizzare le magliette usando i ritagli delle buste di plastica. Guardando il tutorial mi era sembrato tutto troppo facile e, se devo essere sincera, tutto troppo bello. Mi sono detta: “Basta davvero cosi’ poco?” e la mia faccia era piu’ o meno questa 😯

Dato che ero un po’ scettica, ho fatto un po’ di  ricerche in rete per vedere se c’era qualcun’altro che aveva provato. Ho scoperto che questa tecnica è conosciutissima e sfruttata in vari modi: per creare borse bavagline, lampade. Cosi’ dato che nei cassetti ho un sacco di buste di plastica carinissime e con disegni pazzeschi ho deciso di provare.

Cosa serve?

  • Buste di plastica (ovviamente)
  • Cartaforno
  • Stoffa da personalizzare
  • Ferro da stiro

Come fare:

Io ho deciso di iniziare da qualcosa di piccolo: un sacchetto portagiocattoli di Piccolo Furfante. Se il risultato fosse stato pessimo, non si sarebbe lamentato: quel sacchetto a PF non piace perchè è tutto verde e poco “simpatico” 🙄

Per prima cosa ho ritagliato l’immagine di un cavallino a dondolo da una busta che mi piaceva tanto. Ho dato una stiratina alla bustina di tela, vi  ho appoggiato sopra il ritaglio e sopra ancora un pezzetto di carta forno. Ho stirato il tutto, premendo leggeremente il ferro soprattutto sui bordi. Ho usato il ferro a vapore e una temperatura alta (su cotone). Dopo qualche secondo ho rimosso la carta forno e ho notato, con mia grande sorpresa, che l’immagine era rimasta perfettamente incollata alla stoffa, senza pieghe o grinze. Anche i bordi erano perfettamente uniti alla stoffa. Ho aspettato che si raffreddasse per verificare la tenuta e ho potuto constatare che l’esperimento era riuscito 😀

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