Venerdì del libro: “La maga delle spezie” e “Piuma e il coniglietto fifone”

Ascoltate. Tutte le storie contengono semi di altre storie. I racconti proliferano, innumerevoli come le foglie sugli alberi, le galassie nel cielo, tutti imparentati, senza inizio nè fine.

V. Chandra “Terra rossa e pioggia scrosciante”

Il libri di questa settimana…

La maga delle spezie” – Chitra Banerjee Divakaruni

Io sono una Maga delle Spezie. (…) Ne conosco origini, significato dei colori, profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo. Il calore che emanano mi scorre nelle vene. Dall’amchur, la polvere di mango, allo zafferano, tutte si piegano ai miei comandi. Un sussurro e mi svelano proprietà segrete e poteri magici

Piuma e il coniglietto fifone” – Hans de Beer

Piuma e Camillo erano diventati amici per la pelle. Spesso se ne stavano seduti sul monticello di neve di Piuma e insieme guardavano il ghiaccio e la neve giù fino al mare. Qualche volta l’orsetto portava il suo amico in acqua con sè. E a volte di sera si accovacciavano stretti stretti nella neve, chiacchierando fino a quando non si addormentavano beati.

Buon fine settimana a tutti!

Gli altri libri sul comodino:

Ragazze mi sto perdendo i pezzi! Se ho dimenticato qualcuno segnalatemelo, così aggiorno la lista 🙂 GRAZZZZIE!

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Esperimenti scientifici con i bambini: i pesci elettrizzanti

Come vi dicevo, quest’estate mi piacerebbe fare un po’ di esperimenti scientifici con Piccolo Furfante.

L’altro pomeriggio io e PF abbiamo intrapreso quest’avventura, in compagnia del fido zio Mà che ci ha dato una mano (in termini letterali, vero zio?): abbiamo scoperto l’energia elettrostatica 🙂

Il tutto naturalmente in maniera divertente, con un semplice gioco, tra l’altro adattissimo per l’estate, che abbiamo chiamato “pesca elettrizzante”

Ecco cosa serve:

  • carta forno
  • pastelli colorati
  • bacchetti di plastica o righelli
  • panni di lana

Come funziona il gioco.

Prima di tutto abbiamo costruito i  pesciolini utilizzando la cartaforno. Abbiamo usato la stessa tecnica che trovate spiegata in questo post. Ne abbiamo preparati abbastanza, di dimensioni medio/piccole. Ci siamo poi muniti di bacchette di plastica (si possono usare i righelli, noi abbiamo utilizzato le astine per le dispense).

Mettete i pescioli per terra o dentro una bacinella di plastica e incominciate a sfregare con il panno di lana la bacchetta di plastica, meglio se nello stesso verso. Zio Ma’ era il nostro “sfregatore ufficiale”, ecco perchè dicevo che ci ha dato una grande mano 😉

Dopo 10/20 secondi di sfregatura, la bacchetta sarà carica ed avvicinandola ai pesci questi ne rimarranno appiccicati. L’effetto dura pochi secondi e proprio qui sta il gioco: riuscire a portare i pesciolini pescati dentro il proprio contenitore prima che essi tornino “in acqua”.

E’ un gioco semplicissimo da fare, ma è davvero divertente. Piccolo Furfante era, dapprima, esterefatto della magia della pesca, poi si è fatto prendere dal gioco (come tutti) e non la finiva più di tirare su pesci. Naturalmente ha voluto provare se lo stesso effetto di attrazione funzionava anche su altri oggetti, oltre i pesciolini, così il nostro gioco è diventato ben presto un vero e proprio esperimento scientifico.

L’idea l’ho presa da questo  libro che contiene tanti suggerimenti per esperimenti semplicissimi da poter fare in casa con i bimbi. Mi sa che quest’estate ci divertiremo proprio.

Un’avvertenza:

Elettrizzare le bacchette è un po’ faticoso, ma tonificante. Vero zio? 😉

P.S.

Si possono usare anche pesciolini fatti con carta normale, ma a noi piacevano quelli con la cartaforno perchè sono trasparenti 😀

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Cucinare i libri: la pizza Barbapapà

I Barbapapà sono un altro mito di Piccolo Furfante. Il suo barbapapà preferito è stato per un po’  Barbazoo ma ora è decisamente Barbabarba. Avete presente? Quello nero e tutto peloso!! L’artista di famiglia 🙂

Papà Ema aveva deciso di creare insieme a PF la pizza Barbabarba, ma farla nera  gli sembrava un po’ raccapricciante da mangiare, così ha deciso di cimentarsi con il classico Barbapapà rosa.

Dopo aver steso la pasta a forma di Barbapapà, Papà Ema e Piccolo Furfante l’hanno farcita con una salsa di pomodoro (poco) e panna da cucina (di più). Ecco da dove viene il colore rosa. Per la bocca, il naso e le sopracciglia hanno usato le olive (snocciolate) nere e per gli occhi due fettine di mozzarella di bufala (da mettere però solo a fine cottura!).

Alla preparazione ha partecipato con entusiasmo Piccolo Furfante che poi si è impegnato  anche a finirla, mangiando gli occhi e il “culetto” di Barbapapà  😉

Che altro dire: buon appetito! Anzi, buon BarbaAppetito 😀

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Ora tocca a voi, inserite qui i vostri link!

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