Venerdì del libro: “L’uomo che piantava gli alberi” e “Camilla e il pirata Caravaggio”

Evviva la lettura! Comincia l’avventura
un sogno ad occhi aperti nel mondo che vuoi tu.
I libri sono ali che aiutano a volare
i libri sono vele che fanno navigare
i libri sono inviti a straordinari viaggi
con mille personaggi l’incontro sempre c’è
Il Topo con gli occhiali – 44° edizioni Zecchino d’oro

Qui trovate il video della canzone “Il Topo con gli occhiali”, una delle preferite di Piccolo Furfante!

Sul comodino questo weekend abbiamo:

Camilla e il pirata Caravaggio – F. Cicirelli

“Il pirata era un cuoco superbravo e sopraffino. Preparava tutto con la massima calma e alla perfezione. Alla fine apparecchiò la tavola, sistemò i fiori nel vaso e cominciò a mangiare”


L’uomo che piantava gli alberi – J. Giono

Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c’è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c’era nulla.

I libri sugli altri scaffali di questa settimana…

LEGGI ANCHE…

Continue Reading

Parlare della rabbia ai bambini creando mostri di feltro

Piccolo Furfante come tutti, si arrabbia. E quando si arrabbia, si arrabbia di brutto! 😉

I bambini non sono adulti e proprio per questo  per loro è difficile controllare e gestire la rabbia. Perchè?

Perchè i bambini

  • non possiedono sufficiente autocontrollo che permette loro di frenare i comportamenti più aggressivi e distruttivi
  • non hanno la nostra capacità di verbalizzare le  emozioni. Questo permette a noi adulti di mettere la giusta distanza tra quello che proviamo e la situazione contingente, di rielaborare con una certa calma i nostri sentimenti e di esprimere in maniera “accettata” i nostri stati d’animo negativi
  • quando provano un’emozione i bambini non ne percepiscono la gradualità. I loro stati d’animo sono sempre al massimo (o al minimo), per cui troppo forti da poter essere gestiti facilmente. Si sentono sopraffatti da queste emozioni che non riescono poi a controllare
  • vivono nel “qui ed ora”. Non hanno il senso del tempo che permette a noi adulti di accettare la frustrazione di non vedere soddisfatti immediatamente bisogni e desideri e di tollerare delusioni
  • non  sanno ancora quale comportamento li aiuterà a sentirsi meglio o quello che gli altri possono accettare. Devono sperimentare, vedere, imitare, riprovare, correggersi e riprovare ancora prima di capirlo ed imparare.

Per tutte queste ragioni  i bambini reagiscono male e in maniera “forte” quando provano rabbia. Può essere difficile per noi (e per loro) gestire questi momenti, è possibile però aiutare i bambini ad accrescere quelle competenze che permetteranno loro, con il tempo, di imparare ad esprimere in maniera “adeguata” i loro sentimenti.

Un modo è quello di parlare con loro, nei momenti calmi, proprio di queste emozioni forti, tra le quali troviamo anche la rabbia.

Così qualche volta passando da casa P.,  potreste vedere me e Piccolo Furfante presi a leggere storie “emozionanti” o a  raccontarci episodi che ci hanno scosso oppure  a spiegarci a vicenda come abbiamo affrontato un momento “difficile o intenti a disegnare mostri da appendere alle pareti. A volte discutiamo su cosa ci fa stare male e cosa invece ci aiuta a calmarci o a farci stare bene, cosa proprio non sopportiamo e ci fa uscire dai gangheri… Parlarne ci fa sentire bene e ci aiuta, perchè non fa sembrare così terribile e forte quel sentimento che ci assale improvvisamente. Parlarne permette a me di capire, in un momento in cui sono tranquilla e lontana dalla situazione d’emergenza, cosa pensa PF di quel suo comportamento, dei suoi sentimenti, del perchè di certe sue reazioni. Parlarne con calma, semplicemente ascolando o facendo qualche domanda, fa sentire PF tranquillo di potermi dire qualsiasi cosa, perchè non si sente sotto accusa.

A Piccolo Furfante piace disegnare mostri “brutti brutti” o scarabocchiare  “forte”, è una cosa che lo rilassa e offre a me l’occasione di parlare (mentre lavoriamo) di sentimenti come la rabbia o la paura. Di solito ci armiamo di fogli e pastelli per creare i nostri disegni mostruosi, ma qualche settimana fa ho  letto due post interessanti che mi hanno ispirato un lavoretto diverso. Il primo post era di Chiara e parlava di come creare faccette buffe; l’altro era di Claudia che raccontava del suo Topastro intento a personalizzare magliette 🙂

Così ispirata, l’altro pomeriggio che avevamo voglia di “disegnare mostri”, ci siamo attrezzati di pennarelli per stoffa e pezzi di feltro colorati.

Dopo aver ritagliato il feltro in tante sagome, io e Piccolo ci siamo dati alla creazioni di “faccette da mostro” mentre parlavamo del più e del meno: di come era andata la sua giornata a scuola, di un episodio al lavoro che mi aveva fatto arrabbiare e di come ero diventata verde dalla rabbia proprio come il mostrillo che stavo disegnando…

Una cosa tira l’altra e ben presto ci siamo messi a parlare di come sfogarci quando siamo proprio “arrabbiati arrabbiati”. Così PF ha trovato che “pasticciare” (“vedi mamma… così e poi così… quando i colori si mischiano tutti!”) lo fa stare un po’ meglio… “ma non troppo” 🙂

Parlare di rabbia e di sentimenti con bambini piccoli è davvero istruttivo per noi grandi, guardate infatti  cosa può venirne fuori:

  • quando sono arrabbiato sento tanto caldo qui (alla pancia) e poi mi vien da piangere e voglio rompere tutto. Che brutto!
  • è come nel libro: divento un drago che sputa fuoco. ROOOOAAAR!
  • magari se disegno forte poi mi passa… ma forse no
  • non mi piace quando sono arrabbiato e tu sei arrabbiata… poi finisce che ci arrabbiamo tutti
  • qualche volta anche  la maestra C. è arrabbiata. E’ stanca stanca quando è arrabbiata e non si diverte più a giocare

E tra una chiacchiera e l’altra abbiamo invaso la casa di mostri 🙂 Provare per credere!

LEGGI ANCHE…

Continue Reading

Cucinare i libri: la pizza Gruffalò

Ormai tutti sanno che Piccolo Furfante adora il Gruffalò, così tra un racconto e l’altro e una rima e l’altra, a Papà Ema è venuta una grande idea: cucinare i libri!

Non sgranate gli occhi! 🙂 Non è sua intenzione mettere in padella libri più o meno cartonati, ma  creare – insieme a Piccolo Furfante – piatti tratti dai suoi racconti preferiti.

Dato che ormai da mesi abbiamo in testa le rime di “A spasso con il mostro” abbiamo deciso di cimentarci, per prima cosa, con questo libro. Dopo avera lungo ragionato, abbiamo deciso di scartare ricette come “volpi impanate” o “civette con tutte le piume” o “serpenti al funghetto”, abbiamo quindi indirizzato la nostra attenzione sul Gruffalò… un tipo un po’ stano…

” con zanne tremende ed artigli affilati,e denti da mostro di bava bagnati,

ginocchia nodose e terribili unghione, e un bitorzolo verde in cima al nasone!

E occhi arancioni, e lingua molliccia… e aculei vilacei sulla pelliccia!”

E così è nata la nostra pizza Gruffalò!

In una teglia Papà Ema e PF hanno steso la base di pasta (tenendola abbastanza alta), ricoprendola di pomodoro e mozzarella a cubetti.  Hanno poi realizzato i dettagli del nostro Gruffalò:

per gli occhi arancioni hanno usato due uova la tegamino,

le pupille sono state fatte con le olive nere snocciolate,

per gli aculei violacei hanno usato una buccia di melanzana tagliata a bastoncini,

le zanne tremande sono state fatte con la parte bianca delle zucchine, tagliata a bastoncini

e ,per finire, per  il  bitorzolo verde in cima al nasone hanno usato un broccoletto lessato.

Un quarto d’ora di forno e poi tutti ad avventarsi sul Gruffalò 🙂

Io mi sono mangiata il bitorzolo verde, visto che nessuno lo voleva, mentre PF ha apprezzato molto gli aculei violacei 😉 Papà Ema si è dovuto accontentare delle zanne di zucchina!

Buona pizza Gruffalò a tutti 🙂

Altre idee mostruose:

LEGGI ANCHE…

Continue Reading