Giochi per bambini: i pinguini di plastica riciclata

Qualche settimana fa, a casa con la febbre, ci siamo dati alle costruzioni: astronavi di lego, case di legno, torri di mattoncini morbidi e di libri…

Tra una costruzione e l’altra, c’è scappato qualche vecchio episodio di Pingu e qualche canzone dello Zecchino d’oro, tra cui l’immancabile “Pinguino Belisario” (canzone adorata da PF). E dato che  non si faceva altro che parlare di pinguini, perchè non costruirne alcuni noi?? E così sono nati Pingu e Pinga

Cosa abbiamo usato:

  • 1 bottiglietta di yogurt da bere bianca
  • 2  tappi di bottiglia di plastica
  • 1 tappo tondo bianco di plastica di una bottiglietta di panna spray
  • 1 tappo grosso bianco di plastica di una bottiglietta di panna spray
  • occhietti mobili
  • cartoncino nero e bianco
  • pennarello nero indelebile
  • pezzettini di foam arancione (per becco e piedini)
  • feltro azzurro
  • forbici
  • nastro bi-adesivo
  • colla vinilica

Come li abbiamo costruiti:

Per PINGA: abbiamo unito insieme i due grandi tappi delle bottigliette di panna spray: quello tondo è la testa e quello grosso il corpo. Li abbiamo attaccati insieme con un po’ di colla. Ho poi dipinto di nero la faccina ed incollato gli occhietti mobili con il bi-adesivo. Ho quindi ritagliato due alettine dal cartoncino bianco e Piccolo Furfante le ha incollate sul corpo con il bi-adesivo. Sempre con il bi-adesivo ha appiccicato il becco e le zampine, ricavate da del foam arancione.

Per PINGU: per prima cosa PF ha dipinto di nero due tappi di bottiglia e io li ho uniti insieme con la colla vinilica. Ho fatto asciugare per circa 1 ora, poi abbiamo incollato gli occhietti mobili ed il becco (foam arancione). Ho quindi dipinto di nero la bottiglietta di yogurt e PF ha incollato le zampette (sempre foam arancione) e le alette (cartoncino nero) con il biadesivo. Abbiamo avvolto intorno al collo un pezzettino di feltro azzurro per fare la sciarpa. Una volta che la testina si è asciugata, Piccolo Furfante l’ha attaccata al corpo con del bi-adesivo. E qui viene il bello!!!

La prima volta che Piccolo Furfante ha preso in mano Pingu, la testa è venuta via perchè non aveva premuto bene… da allora non c’è stato verso di riattaccagliela: PF la vuole staccata! Si diverte a farla cadere e a rimettergliela su.  Urla e strepita, se gli rimane attaccata al corpo o se qualcuno cerca di incollagliela.

Così adesso abbiamo in giro per casa una bellissima Pinga e un decapitato Pingu…

Non ho parole!!! 🙁

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“A caccia di folletti”: il libro gioco di San Patrizio

“Nel chiarore di una notte di luna vidi un folletto, aveva un cappellino scarlatto ed una giacchetta verde, una fiaschetta a tracolla, “tic, tac,tic” picchiettava il suo martelletto su di una singola scarpa ed io risi al pensiero della sua pentola dell’oro. Ma anche il folletto se la rideva….”

Canto tradizionale irlandese


Quest’anno io e Piccolo Furfante andiamo a caccia di folletti o per meglio dire  di leprecauni.

La leggenda vuole che se si riesce a catturarne uno, egli in cambio della libertà rivelerà il nascondiglio del suo tesoro, l’oro delle Fate, stipato in un gran calderone ai piedi dell’arcobaleno. Il leprecauno è anche in grado di esaudire desideri, ma attenzione a non essere avidi: ne esaudisce solo tre, mentre il quarto li cancella tutti.

Come riuscire però a catturarlo??! Usando delle esche appropiate che lo invoglino ad avvicinarsi a noi umani. Dato che di monete e pepite d’oro non ne ho molte in giro per casa ;-), possono andar bene anche pietre luccicanti e sassolini brillanti, arcobaleni e trifogli che lui adora.

Ecco spiegato perchè in occasione della Festa di San Patrizio, si è soliti addobbare la casa con trifogli ed arcobaleni.

Per prepararci all’arrivo di San Patrizio, il prossimo 17 marzo, oltre alle tradizionali decorazioni quest’anno ho creato per Piccolo Furfante un libretto-gioco (il classico lapbook) proprio sul tema dei leprecauni, in cui troverà

  • una divertente filatrocca che spiega chi è il leprecauno
  • delle seplici schede di pregrafismo
  • un memory di trifogli colorati
  • dei disgeni da colorare a tema
  • dei simpatici adesivi per abbellire il libretto
  • delle schede per imparare i numeri

Ecco il modello che ho usato.Spero vi piaccia! 🙂

Un’ultima raccomandazione:

Il leprecauno non vola, ma sa rendersi invisibile. Quindi attenzione: se vedete un mulinello d’aria, in una giornata senza vento, potrebbe essere proprio lui. Non lasciatevelo scappare 😉

Altri giochi e attività sui folletti:

  • Familyfun.go.com (con un simpatico puzzle)
  • French Knots (per costruire cappelli e barbe e diventare dei veri leprechaun)
  • About.com (per lasciare delle simpatiche impronte di Leprechaun in giro per casa)
  • OrigamiResourceCenter (per creare un bellissimo biglietto pop-up)
  • ExecutiveHomemaker (con un simpatico bingo pieno di folletti e trifogli)
  • Kaboose (con tanti giochi scaricabili)
  • DLTK’s (con tante poesie e canzoni dedicate al giorno di San Patrizio. Digitate sui link per accedere alle pagine scaricabili)

Buona caccia al folletto 😉

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Invece il cento c'è

Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi da scoprire
cento mondi da inventare
cento mondi da sognare.
Il bambino
ha cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
Gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.
           Loris Malaguzzi

Volevo condividere con voi  questa bellissima poesia che non mi stanco mai di leggere e che cerco di tenere a mente quando sono con un bambino come educatrice,  pedagogista o mamma.

Con l’augurio  che il cento ci sia sempre in ognuno di noi!

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